È caduto lo specchio
Mica dico bugie. Alle 2,30 in punto, l’orario dei ladri, come dice qualcuno tra i miei vicini di casa, è crollato a terra, finendo in mille pezzi. Poteva succedere a qualsiasi ora del giorno, in un momento in cui ci si lavava i denti, o le mani, o mentre mi truccavo, o mi asciugavo i capelli. Invece no, lo ha fatto ( perché anche gli specchi sanno scegliere il momento giusto), durante il nostro sonno più profondo, ed è stato un bene. Ora, perché dopo 33 anni uno specchio debba staccarsi dal muro, questo non ha molta importanza. Ha importanza invece il messaggio. Sono diventata così ricettiva, in questi ultimi mesi, che mi viene molto naturale dare un significato ai più piccoli eventi, anche quelli di origine naturale, che inquietano e invadono la mia quotidianità. Sui sette anni di guai nemmeno mi soffermo. O meglio, sul numero sette, non mi soffermo. Ma sui guai, si. Prendetela come volete, prendetemi, come volete. Pazza e visionaria, al confine con la superstizione più becera e ingannevole, ma che me ne importa. Io, in questo spazio, scrivo quello che mi pare, il direttore ha detto così, e io faccio quello che dice il direttore, questo, direttore. Lei sente le mie stesse cose, spesso. E quindi non avrà l’ardire di cassare ogni mio indecente pensiero. Lo ammetto, è indecente, però viene dalla mia pancia. La mia pancia
indovina sempre tutto, da quando sono nata. Mi guida e mi porta verso la soluzione, mi ha salvato la vita ( non solo la mia) diverse volte, mi suggerisce quale strada prendere, mi spinge a calci in una qualche direzione contro ogni mia resistenza. È lì, che risiede il secondo cervello, dicono. Per me, francamente, è il primo. Va‘ dove ti porta la pancia, scriveva Susanna Tamaro, grosso modo. E dove devo andare, ora, chiederete, miei piccoli lettori? A produrre energia, in quantità industriale. Qualcuno lo fa con la preghiera, ma credetemi, anzi, credete alla mia pancia,non resta molto altro da fare.
Brava, mi piace molto il tuo modo di scrivere-raccontare